Il 29 luglio Jon Bon Jovi ha fatto una partecipazione straordinaria tramite collegamento video al “Workshop On Competition In The Licensing Of Public Performance Rights In The Music Industry”.

Un seminario di due giorni sulla concorrenza nella concessione di licenze per i diritti di performance pubblica, nell’industria musicale, indetto dalla divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia degli USA. A causa della situazione attuale, il seminario si è svolto online. 

Il seminario ha dato modo di approfondire i “decreti di consenso” dell’American Society of Composers, Authors and Publishers (ASCAP) e la Broadcast Music, Inc. (BMI) e le loro implicazioni per l’applicazione della legge antitrust e la loro politica, mentre la distribuzione della musica continua ad evolversi attraverso l’innovazione tecnologica.

Sono stati tanti i relatori illustri che sono intervenuti, e durante l’evento sono stati rilasciati degli specialissimi keynote speech dai diretti protagonisti delle scene musicali, i quali hanno condiviso le loro esperienze come cantautori, nell’ambito dell’attuale sistema di licenze

Il discorso di Jon Bon Jovi ha aperto la seconda giornata, il cui tema principale sono state le licenze musicali. Uno dei punti della sessione è stata la discussione sul fatto che i sistemi di licenze attuali siano o meno un limite per lo sviluppo di nuovi modelli di buisness musicale, cioè rispetto ai servizi di streaming di musica come Spotify, Amazon Music, iTunes, YouTube e tutte le altre piattaforme digitali.

Durante il suo intervento, Jon ha preso le parti e difese di tutti gli autori e cantautori, soprattutto emergenti, chiedend noo di non modificare il sistema attuale, che tutela e preserva i diritti di autore sulle canzoni.

Il frontman, ha ripercorso anche i primi anni della sua carriera di cantautore e ha proseguito parlando della composizione e scrittura delle canzoni come forma d’arte e come lavoro, evidenziando i problemi attuali che stanno vivendo i musicisti e tutto il business della musica, a causa della pandemia.

Poi ha affrontato il motivo conduttore del keynote, il delicato argomento dei diritti di autore, le organizzazioni e le leggi che li tutelano.

Infine, ha concluso con un appello, in totale favore e difesa dei musicisti e cantautori:

Fate quello che potete per garantire che gli autori siano protetti.

Non lasciate che le vostre decisioni si mettano in mezzo alla realizzazione del sogno dei bambini di potersi mantenere grazie alla musica.

Fate quello che potete per far continuare a battere il cuore di questo sogno in tutti gli autori, che da qualche parte nelle loro camere da letto, o scantinati, o dove capita, scrivono brani per la prima volta.

IL KEYNOTE DI JON BON JOVI AL “WORKSHOP ON COMPETITION IN THE LICENSING OF PUBLIC PERFORMANCE RIGHTS IN THE MUSIC INDUSTRY”

Voglio ringraziarvi per avermi invitato qui oggi a parlarvi. Sono fiero di essere un cantautore e sono qui per rappresentare i miei amici e colleghi.

Ho sempre amato la musica, suonare, scrivere e ascoltare musica. Ho iniziato con la mia prima band quando avevo 13 anni. Quella band non ha raggiunto i risultati sperati, ma ha rappresentato un inizio.

A 18 anni suonavo nei club e lavoravo facendo le pulizie in uno studio di registrazione, continuando a far pratica per diventare infine un cantautore. Nel 1982 sono stato tanto fortunato da avere una delle mie canzoni alla radio, a NYC, e il resto è storia.

Quello che provavo allora e adesso, è lo stesso, perché non c’è nulla come il brivido di sentire una delle tue canzoni alla radio.
Oggi, quando penso a tutti i cantautori che cercano di sfondare, mi sento in dovere di parlare in loro favore, specialmente ora, con questa pandemia che sta mettendo a dura prova tutti, e i cantautori non sono un’eccezione.

I musicisti, le crew dei concerti, ed anche i cantanti hanno difficoltà a lavorare da casa.

Ma la nostra casa è anche negli studi di registrazione e “on the road”.
Personalmente non vedo l’ora di tornare là fuori.  Ma sono qui oggi per parlare della composizione e della scrittura di canzoni. Saper scrivere canzoni è un dono, è un arte, ma è anche un lavoro.

Come cantautore, ho dovuto imparare a essere un artista e ad essere anche un uomo d’affari.
Ogni canzone che componi è come iniziare un nuovo piccolo business. Ogni cantautore riversa tutto quello che ha in ogni canzone, e merita di essere pagato per il lavoro. Questo è il motivo per cui esiste la Performer Rights Organization (PRO).

Questa organizzazione gioca un ruolo importante nell’assicurarsi che i cantautori vengano pagati. La legge di copyright degli USA, dà a ogni cantautore il diritto di essere pagato, quando una canzone è suonata pubblicamente nelle radio, ai concerti o anche solo in un bar.
È il PRO che dà la licenza alle canzoni e paga i diritti di autore. Senza il PRO i cantautori autonomi dovrebbero chiedere la licenza a ciascuna singola stazione radio, servizio digitale o luogo per concerti.

I cantautori e le persone che vogliono una licenza per le loro canzoni, si affidano ai PRO. ASCAP e BMI sono i principali PRO e sono dei giganti come compagnie telefoniche o tecnologiche. E non é semplice tutelare i piccoli cantautori.

I decreti emanati dai PRO proteggono e tutelano le licenze musicali. Il musicista più importante in tutti gli spazi pubblici per le performance è il cantautore. Con le regole esistenti, il sistema ha funzionato, le canzoni ottengono le licenze, i fan possono sentire la loro musica, e gli autori vengono pagati.

Capisco che un sacco di avvocati, economisti, politici si siano uniti ieri e oggi per parlare dei “decreti di consenso” e se debbano essere cambiati. Ma io sono qui per chiedervi di pensare agli autori, quando discuterete di queste leggi.

I decreti di consenso, non hanno impatto solo sulle radio, i servizi di streaming, ASCAP o BMI.  Ma tutto il sistema che è stato costruito intorno a loro, influisce soprattutto sugli autori.

La rottura del sistema delle licenze musicali potrebbe essere catastrofica per gli autori odierni, e per coloro che hanno appena iniziato. Ogni nuovo autore si unisce ad ASCAP o BMI.
Come gli autori sanno, devi essere abbastanza fortunato da scrivere una canzone per la quale sarai pagato. Ogni giovane artista e autore, io lo so, si è sentito come se non avesse scelta se non creare musica e inseguire i propri sogni. Ma la verità è che i sogni non pagano l’affitto.

Se non abbiamo un sistema a posto per assicurare che gli autori vengano pagati, rischiamo di privare noi stessi e il nostro paese della prossima generazioni di grandi cantautori americani.

Io amo essere un autore, più che mai, sento che le mie canzoni mi abbiano dato un dono per raccontare qualcosa che è “oltre i 3/4 della verità”, come dicono a Nashville

Questa pandemia sta causando una grande sofferenza, all’inizio di questo anno ho lanciato delle raccolte fondi per il mio stato, per poi partecipare agli sforzi per il soccorso concentrati nel “Jersey 4 Jersey”, raccogliendo soldi per aiutare a combattere il Covid-19.

Molti giorni e notti, da quando questa pandemia è iniziata, sono stato alla JBJSK, a lavare piatti alla nostra fondazione o lavorando alla nostra Food Bank, sperando di sfamare persone che stavano soffrendo. Come autore, seguo la vita man mano che vedo quel che accade.

Un giorno, ho visto la mia foto mentre lavavo i piatti, mi è stato chiesto quale fosse la frase da mettere per accompagnare la foto, e ho risposto “Se non puoi fare quello che fai, fai quello che puoi”.

Questa canzone è la nostra storia, di ciascuno di noi che viviamo questo momento, insieme. Perché la musica e la composizione di testi, mi stanno dando così tanto che mi sento in dovere di cercare la prossima generazione di autori.

Saranno loro, la nuova generazione di cantautori, in grado di scrivere la canzone che voi canterete ai matrimoni, lauree o alle proteste se non si possono pagare le bollette.

Hanno bisogno di essere qui, per documentare la nostra storia, perché le canzoni ci uniscono. Ed è in questi tempi che mettono alla prova, che abbiamo bisogno di sapere che la scrittura di canzoni è lì a testimonianza.

Non c’è nessun music business, nessuna radio, nessuno streaming, nessun concerto senza le canzoni.
Quindi, per conto di tutti gli autori che ci ispirano e per voi stessi, per favore non rompete questo sistema, cambiando i decreti.

Fate quello che potete per garantire che gli autori siano protetti. Consideratela un collaborazione, voi potreste essere i miei co-autori, siate il futuro dei narratori americani, proprio qui, proprio adesso. Non dovete nemmeno imparare a suonare la chitarra!

Non lasciate che le vostre decisioni si mettano in mezzo alla realizzazione del sogno dei bambini di potersi mantenere grazie alla musica. Fate quello che potete per far continuare a battere il cuore di questo sogno in tutti gli autori, che da qualche parte nelle loro camere da letto, o scantinati, scrivono brani per la prima volta. Perché ora più che mai, durante il Covid, gli autori hanno bisogno di stabilità.

Gli autori e musicisti hanno sofferto abbastanza, quindi per favore proteggete i giovani autori, tenete al loro posto i decreti di consenso e le protezioni per gli autori, così che loro possano scrivere canzoni e cambiare per sempre le vostre vite.

Grazie mille per avermi concesso questa opportunità!